I primi anni dell’indipendenza furono caratterizzati da una grave crisi economica e dalla diffusione di movimenti nazionalisti che invocavano la creazione di una “grande Somalia”, reclamando alcuni dei territori confinanti col Kenia e l'Etiopia. Nel 1964 infatti, scoppiò la prima guerra con le nazioni vicine, terminata solo tre anni dopo.

Con un colpo di stato nel 1970, il General Maggiore Mohammed Siad Barre sciolse l’Assemblea Nazionale, bandì tutti i partiti politici e diede vita ad una nuova costituzione dalla quale nacque la Repubblica Democratica Somala. Di ispirazione socialista, Siad Barre portò il suo paese all’interno della Lega Araba e strinse forti rapporti con l'Unione Sovietica.

Nonostante i forti legami con le nazioni comuniste, però, allo scoppiare della guerra dell'Ogaden, regione etiope contesa dai separatisti somali presenti sul territorio e il governo di Adis Abeba, l’URSS appoggiò l’Etiopia, mentre Siad Barre riuscì ad ottenere l’appoggio statunitense e saudita.

La guerriglia nell’Ogaden continuò fino al 1988, anno in cui i due stati contendenti firmarono gli accordi di pace e la Somalia si vide costretta a rinunciare ad ogni pretesa sull’Ogaden. Dalla fine degli anni '80, il regime di Barre crollò sotto il peso delle fazioni rivali che deposero il generale nel 1991. Da quella data, la Somalia è precipitata in una delle guerre civili più sanguinose d’Africa, in cui hanno perso la vita migliaia di civili e che tuttora perdura.

Subito dopo la deposizione di Barre, i gruppi insurrezionalisti del Nord (ex Somalia britannica), che da anni combattevano contro il governo centrale, si dichiararono indipendenti formando la Repubblica di Somaliland.