Gli anni del post De Gaulle continuarono a vedere la destra al potere con Georges Pompidou prima e Valéry Giscard poi. Fino a quando nel 1981 fu eletto il primo Presidente socialista della storia francese, François Mitterand.

Politico di lungo corso, membro della Resistenza durante la Seconda Guerra Mondiale, la carriera politica di Mitterand era iniziata nel lontano 1944, quando fu nominato ministro del governo insurrezionale. Dopo aver presentato in diverse occasioni la sua candidatura alle presidenziali (la prima volta sconfitto proprio da Charles De Gaulle), Mitterand fu il primo presidente a unire sotto la sua figura tutta la sinistra francese, dai socialisti del Parti Social Français (PSF) ai comunisti.

I 14 anni di Mitterand hanno lasciato un'impronta indelebile in Francia, da molteplici punti di vista, sociale, economico e, ovviamente, politico. Uno dei primi provvedimenti del Presidente fu l'incremento del salario minimo dei dipendenti del 10 % e degli assegni familiari e per gli affitti del 25 %. Nel 1981, inoltre, sotto richiesta del guardasigilli Robert Badinter abolì la pena di morte.

L'era Mitterand, però, viene ricordata soprattutto per due aspetti, da un lato il grande sostegno finanziario alla cultura (durante i sui due mandati, vennero inaugurati il Museo d'Orsay e il Grande Louvre, con le relative piramidi), dall'altro e la forte spinta eurocentrista. Nel 1985, infatti, il ministro dell'economia francese, Jaques Delores, divenne Presidente della Commissione Europea, guidando l'Unione verso una maggiore integrazione, soprattutto economica.

Gravemente malato, gli ultimi mesi di vita Mitterand intraprese una serie di viaggi, dagli Stati Uniti all'Egitto, accolto sempre con calore. Morì l'8 gennaio 1996, lasciando l'immagine di un politico che, nonostante le "turbolenze" della sua vita privata (nel '94 fu rivelata l'esistenza di una figlia naturale, Mazarine) e la scarsa popolarità di alcune posizioni (come la ratifica del trattato di Maastricht), aveva conquistato il cuore dei francesi.