Il nome del continente ha un'origine molto antica. Dal greco Ευρώπη (che significa "grandi occhi"), Europa era la principessa fenicia di cui si innamorò Zeus. Il sovrano dell'Olimpo, trasformato in toro bianco, condusse Europa a Cipro dove diede alla luce tre figli, tra i quali Minosse, padre della civiltà cretese, dalla quale, in epoca classica, si considerava discendesse quella europea. In effetti, la civiltà del Vecchio Continente affonda la proprie radici in Medio Oriente, a cavallo tra Est e Ovest. A partire dal Cristianesimo, nato a Gerusalemme, legato in maniera indissolubile con la religione ebraica e giunto in Europa attraverso l'impero romano.

Anche da un punto di vista etnico-linguistico, i legami tra oriente e occidente sono molto più profondi di quanto pensiamo. Alcuni studiosi (come il linguista Renfrew) fanno risalire la comparsa degli indoeuropei, le popolazioni da cui discende la stragrande maggioranza degli abitanti del continente, tra l'Anatolia del Nord e la Mesopotamia, a cavallo tra il V e il II millennio a.C. In realtà, da più di due secoli - da quando i primi studiosi riconobbero le somiglianze tra latino, greco e sanscrito, la lingua degli antichi testi Vedici indiani - archeologi, antropologi e linguisti dibattono per stabilire dove fosse ubicata l'Urheimat, parola tedesca usata per definire il luogo in cui si è generata una determinata "protolingua" (una lingua ipotetica ricostruita attraverso l'attestazioni delle cosiddette lingue "figlie").

Spesso motivata da questioni ben lontane dalla ricerca scientifica, nei primi anni del XX secolo l'Urheimat fu individuata in Germania. Hitler, infatti, provò a giustificare la superiorità della razza ariana anche attraverso la diretta discendenza di quest'ultimi dalle popolazioni indoeuropee (del resto la svastica – che a sua volta traduce l'omonimo termine sanscrito – simbolo del terzo Reich, è una stilizzazione del simbolo induista usato come porta fortuna). In epoca relativamente più recente, con l'ascesa di Stalin alla guida dell'Unione Sovietica, l'Urheimat fu individuata nelle steppe della Russia centrale.

Nel 1890, l'antropologo scozzese, James Frazer pubblicò il Ramo d'Oro un'opera destinata a influenzare il pensiero del XX secolo. Secondo Frazer, religioni e mitologie dell'area mediterranea avevano tutte come tema centrale la figura del dio morente: la divinità perde la vita per poi risorgere. Così il dio egizio Osiride, i greci Dionisio, Attis e Adone, il fenicio Baal, e Gesù. Nonostante le critiche degli anni successivi (come nel caso del filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein) le posizioni di Frazer sembrano voler mostrare, ancora una volta, quanto profondi siano i legami tra occidente e oriente.

Di segno opposto, l'antico conflitto con l'Oriente musulmano è considerato elemento costitutivo nella nascita di alcune nazioni europee. Come nel caso del Portogallo, unificato nel XII secolo da Alfonso Henriques, dopo la vittoria lusitana sulle truppe degli "infedeli" guidati da Ali ibn Yusuf. La cacciata dei Mori dalla penisola iberica, consacrata alla storia come la Reconquista, durò più di 700 anni, dal 771 al 1492, anno in cui Isabella I Regina di Castiglia e León e Ferdinando V, Re di Aragona e Catalogna, cacciarono l'ultimo dei governanti moreschi, Boabdil di Granada, dalla Penisola. Del resto, per la prima volta l'Europa divenne una realtà politica concreta con l'impero di Carlo Magno, nel IX secolo. Il Sacro Romano Impero era un'entità in cui si fondevano l'antica potenza di Roma e l'autorità spirituale del sommo pontefice e la forza dei giovani popoli germanici, in cui veniva usata la stessa moneta e il latino come lingua ufficiale.