Radovan Karadzic
Psichiatra, poeta e militare accusato di genocidio

Radovan Karadzic, ex capo dell'esercito serbo-bosniaco, accusato di genocidio dal Tribunale Internazionale per i crimini di guerra nella Bosnia Erzegovina, è atterrato oggi a Rotterdam in Olanda e nei prossimi giorni sarà portato all'Aia per essere processato.
Le autorità serbe non hanno diffuso troppi particolari in merito all'arresto, solo che girava tranquillo per la città, senza che nessuno, nemmeno i suoi vicini erano a conoscenza della sua vera identità. L'ex leader serbo viveva nei pressi di Belgrado, dove lavorava come medico in una clinica privata.
Col falso nome di Dragan Dabic, spacciandosi per croato, si era affermato come esperto di medicina alternativa, partecipando anche a convegni pubblici e scrivendo per riviste del settore. Addirittura, secondo alcuni quotidiani austriaci, Karadzic, con lo pseudonimo di "Pera" aveva lavorato anche tra l'Austria e l'Italia.
La prima accusa contro i militari serbi della Bosnia Erzegovina fu mossa il 25 luglio 1995 ed era articolata in 16 punti, uno dei quali con riferimento al crimine di genocidio, ed altri tre a crimini contro l'umanità. La seconda accusa, riferita ai crimini di Srebrenica, viene sollevata il 16 novembre del 1995: articolata in 20 punti, uno esplicita l'accusa di genocidio e altri nove quella di crimini contro l'umanità.
Così, subito dopo l'arresto, oltre alla soddisfazione espressa dal segretario generale dell'ONU Ban Ki-moon, molti ministri europei hanno lodato la Serbia per la collaborazione offerta al Tribunale dell'Aia. La presidenza di turno francese, per esempio, ha fatto sapere che la presa di Karadžic "costituisce una tappa importante nella via di riavvicinamento della Serbia all'Unione Europea".
Dopo un breve soggiorno negli Stati Uniti, Karadzic lavorò in diverse cliniche tra Belgrado e Sarajevo, e nel 1983 divenne psicologo della squadro di calcio della Stella Rossa di Belgrado.
A parte le manifestazione studentesche del 1968, la carriera politica di Karadzic iniziò solo nel 1989, quando fondò, assieme a Milan Babic, il Partito Democratico Serbo, sostenendo gli interessi serbi in Bosnia Erzegovina. Quando il 9 gennaio 1992, fu dichiarata l'indipendenza della "Repubblica del popolo serbo in Bosnia ed Erzegovina" Karadzic ne divenne il primo presidente.
Le accuse del Tribunale si riferiscono proprio alla sua attività politica tra il 1992 e il 1996, anno in cui Karadzic, pressato dal presidente serbo Slobodan Miloševic, si dimise da presidente della Repubblica serba e abbandonò il partito.
Da allora cominciò la sua latitanza. In una delle sue ultime apparizioni pubbliche dichiarò di non riconoscere l'autorità del Tribunale Internazionale e, come il presidente serbo Miloševic, ha fatto sapere di volersi difendere da solo al processo dell'Aia.

Karadzic dopo il suo arresto
Durante i lunghi anni di latitanza, Karadzic ha continuato a produrre poesia. Alla metà del gennaio 2002, a Novi sad, venne presentato un suo nuovo libro di poesia ("Od ludog koplja do crne bajke"), mentre nel marzo 2004, a Belgrado, fu pubblicato il libro "Ratna pisma".
Nell'ottobre 2004, alla fiera del libro di Belgrado, fece la sua comparsa "Cudesna hronika noci" (il cui editore Miroslav Toholj, era stato ministro per l'informazione della Repubblica del popolo serbo in Bosnia ed Erzegovina) e il 17 ottobre 2005, la raccolta di poesie "Pod levo sisu veka".
Grazie alle sue poesie il leader serbo, ha ottenuto una serie di riconoscimenti internazionali, tra cui il premio intitolato a Mihail Šolohov, istituito dalla lega degli scrittori russi, e conferito a Karadzic per il suo contributo alla cultura slava e all'interesse nazionale slavo.
Milena Cannavacciuolo
[Nell'immagine: Karadzic quando era cancora capo della Repubblica serba di Bosnia Erzegovina]
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