Sorprendendo tutti, l'Accademia di Svezia, ieri sera, ha assegnato il Nobel per la Pace all'ex presidente finlandese, Martti Ahtisaari, da anni impegnato in importanti missioni di pace, dall'Africa, al Kosovo, all'Indonesia. La consegna si terrà a Oslo il 20 dicembre, nell'anniversario della morte del fondatore del premio, Alphonse Nobel.

Molti si aspettavano il Nobel per uno dei dissidenti cinesi Hu Jia e Gao Zhisheng, che da anni si battono per il rispetto dei diritti civili nel loro paese. Un'eventuale riconoscimento dei due dissidenti avrebbe avuto un chiaro segno politico, soprattutto dopo le pesanti critiche che hanno accompagnato i Giochi di Pechino 2008.

Eppure diversi analisti sostengono che il premio per Ahtisaari rappresenta un ritorno alle "radici", dopo quello del 2007 assegnato all'ex vicepresidente americano, Al Gore, per il suo impegno ecologico, e a Muhammad Yunus nel 2005, il banchiere dei poveri.

L'ex presidente finlandese, infatti, incarna le caratteristiche del "classico" pacemaker: diplomatico di lungo corso, il cui lavoro (il più delle volte, dietro le quinte) ha contribuito alla risoluzione di molti conflitti in tutto il mondo.