ETA – Probabilmente la vera minaccia alla democrazia spagnola, per anni, è stata l'ETA (in basco Euskadi Ta Askatasuna, cioè "paese basco e libertà"), organizzazione terroristica che sostiene l'indipendentismo della regione basca, nel nord est del paese al confine con la Francia.

Nel 1952 un gruppo si studenti dell'Università di Deusto di Bilbao, appartenenti al Partito Nazionalista Basco (PNB), che aveva combattuto al fianco dei repubblicani durante la guerra civile, diede vita all'ETA, movimento politico indipendentista contrario alla dittatura di Franco, il quale, una volta salito al potere, aveva represso ogni forma di autonomia alle diverse realtà etniche del paese.

Le posizioni del nuovo gruppo indipendentista, però, erano molto più radicali del PNB, in quanto a differenza dei predecessori, gli appartenenti all'ETA non rifiutavano l'uso della violenza. Politicamente schierati a sinistra, il loro scopo era introdurre il socialismo e dichiarare "l'indipendenza della Euskadi (il paese basco) compatibile con il federalismo europeo".

Durante gli anni del Caudillo, l'ETA guadagnò un discreto sostegno popolare. Tanto che in seguito all'attentato dinamitardo del 1973 nel quale perse la vita Almirante Luis Carrero Blanco, l'uomo designato da Franco come suo successore, la neonata democrazia emise nei confronti dell'organizzazione un'amnistia generale.

Nel 1978 nacque il partito Herri Batasuna (dal 2003 dichiarato illegale), mentre l'ETA rimase il braccio armato dell'indipendentismo basco. Sia il Batasuna che l'ETA rifiutarono l'amnistia e continuarono a intensificare l'attività terroristica. Tra il 1978 e il 1980, l'ETA rivendicò un centinaio di attentati e rapimenti. Secondo le stime del Ministero degli Interni spagnolo, pubblicate il 22 settembre 2008, in quarant'anni, l'organizzazione terroristica è stata responsabile dell'uccisione di 824 persone, di cui 342 civili.

A partire dagli anni '80 parte degli aderenti all'ETA accettò la grazia offerta dal governo per i prigionieri politici che ripudiarono pubblicamente ogni atto di violenza. Nonostante ciò, l'attività terroristica continuò, tanto che nel 1995, l'ETA organizzò un attentato (poi fallito) contro José María Aznar, capo del Partito Popolare, all'epoca dell'opposizione e contro il sovrano Juan Carlos II.

L'ETA stava perdendo sempre più il sostegno popolare. Quando nel 1997 a Bilbao, l'organizzazione terroristica sequestrò Miguel Angel Blanco, consigliere comunale del Partito Popolare (successivamente assassinato), sei milioni di persone scesero in piazza per chiederne la liberazione, sia nelle regioni basche che in tutta la Spagna.

Poco dopo, 23 capi del partito Batasuna furono condannati a sette anni di carcere con l'accusa di legami con l'ETA. Mentre l'offensiva sempre più dura del governo Aznar costrinse l'ETA, nel settembre 1998, ad annunciare la prima tregua a tempo indeterminato della sua storia. Ma all'inizio del 2000 una nuova ondata di violenza insanguinò la Spagna, con una serie di omicidi mirati.

Intanto, il giudice Baltasar Garzón (famoso per aver spiccato un mandato d'arresto contro il Augusto Pinocet) ordinò la sospensione delle attività di Batasuna e ne fece sequestrare i beni. A partire dal 2003, gli Stati Uniti dichiararono Batasuna un'organizzazione terroristica e nel dicembre dello stesso anno fu catturato il presunto capo dell'organizzazione, Ibon Fernandez Iradi, sfuggito all'arresto un anno prima.

Due giorni prima delle elezioni del 2004, gli attacchi dinamitardi di Madrid shockarono la Spagna e il mondo intero. Aznar accusò l'ETA del terribile attentato, ma buona parte dell'opinione pubblica ritenne che le accuse del primo ministro fossero infondate, spianando la strada alla vittoria del giovane Zapatero, capo del Partito Socialista (PSE). Dalle indagini svolte, responsabile del terribile attentato suicida furono le organizzazioni terroristiche islamiche, che agirono contro l'intervento spagnolo nella guerra in Iraq.

Ma la violenza non si è fermata. Il 7 marzo 2008, poco prima delle elezioni che hanno visto la schiacciante riconferma di Zapatero alla guida del paese, l'ETA assassinò a Mondragón nella regione basca, Isaías Carrasco, politico legato al PSE. Il 14 maggio dello stesso anno, una autobomba fu fatta esplodere di fronte all'alloggio della Guardia Civile, uccidendo un poliziotto e ferendo altre 4 persone.