Il 1970 si aprì con un aspro conflitto tra il governo giordano e alcune organizzazioni palestinesi che, a partire dal 1948, erano fiorite tra la popolazione profuga dopo la nascita dello stato di Israele.

Il governo di Amman, infatti, temeva che tali organizzazioni stessero mirando ad un colpo di stato e alla presa del potere del paese. Intanto, tra il 6 e il 9 settembre, il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP, organizzazione di ispirazione marxista, che faceva parte dell'OLP) dirottò in Giordania tre voli internazionali - American, Swiss e British Airlines - prendendo in ostaggio 300 passeggeri.

L'operazione mirava alla liberazione dei guerriglieri palestinesi detenuti in Israele e in Europa. I passeggeri furono liberati il 30 settembre, quando la FPLP raggiunse i propri scopi. Il re di Giordania, Hussein, usò la crisi degli ostaggi come pretesto per dichiarare guerra contro i combattenti palestinesi. A partire dal 17 settembre, infatti, fu dichiarata la legge marziale, con la morte di diverse migliaia di palestinesi. La situazione tornò alla normalità soltanto un anno dopo, quando il paese fu sotto il controllo delle truppe militari giordane.

In risposta alla dura repressione di Re Hussein nacque l'Organizzazione Settembre Nero, tristemente famosa per il massacro delle Olimpiadi di Monaco 1972. Il pretesto per l'azione terroristica fu il diniego da parte del Comitato Olimpico di ammettere ai giochi la delegazione dei giovani atleti palestinesi. Le olimpiadi di Monaco, inoltre, costituivano un'opportunità per la Germania di mostrare un volto nuovo, amichevole e rilassato, dato che era la prima volta che il paese ospitava i giochi dopo Berlino 1936, le olimpiadi dell'era nazista.

Pertanto la presenza militare e le operazioni di sicurezza furono piuttosto blande. In una tale situazione, nella notte tra il 4 e il 5 settembre 972, un commando di 10 Fedayn riuscì ad entrare all'interno del villaggio olimpico, e prendere in ostaggio la delegazione israeliana. Il progetto era sequestrare gli atleti israeliani per chiedere in cambio la liberazione dei loro compagni detenuti nelle prigioni tedesche e in quelle dello stato ebraico. Ma l'esito dell'azione fu molto diverso: undici atleti israeliani, sette componenti del commando e un poliziotto tedesco rimasero uccisi alla fine di un dramma che si svolse per più di venti ore di fronte agli occhi del mondo intero.

Dopo una lunga trattativa con le autorità tedesche, gli uomini di "Settembre nero" ottennero d'essere condotti, con i loro ostaggi, in un aeroporto militare, da dove intendevano partire per il Cairo. Lì giunti, s'impegnavano a rilasciare gli ostaggi, se gli israeliani avessero liberato circa 200 prigionieri palestinesi. Ma all'aeroporto, attorno alla mezzanotte, i tiratori scelti della polizia tedesca presero a sparare contro i terroristi, e questi – dopo i primi spari – fecero esplodere i due elicotteri dove si trovavano gli atleti israeliani, uccidendoli tutti. Le olimpiadi, a discapito di quanto chiedevano in molti, si fermarono per un giorno soltanto, e la delegazione israeliana ritirò immediatamente la sua partecipazione.

I corpi dei terroristi uccisi furono trasportati in Libia dove ricevettero gli onori militari. I tre terroristi superstiti, invece, furono curati e incarcerati in Germania. Tuttavia il 29 ottobre, un altro commando dirottò verso Zagabria un volo della Lufthansa, domandando il rilascio dei responsabili della strage. Il governo di Bonn acconsentì allo scambio e i tre terroristi furono accompagnati in Libia dove furono accolti con grandi onori (molti sospettano che i servizi segreti tedeschi avessero organizzato il dirottamento per liberarsi dei due "pericolosi" prigionieri).

I tragici avvenimenti di Monaco, trasmessi da tutte le televisioni del mondo, rappresentarono il primo caso di terrorismo internazionale. Inoltre uno dei maggiori interrogativi riguarda la corresponsabilità e il coinvolgimento dei leader dell'OLP, in particolare Yasser Arafat (che condannò pubblicamente l'azione terroristica) e Abu Mazen (attuale presidente dell'ANP). Una loro partecipazione diretta non è mai stata comprovata, ma dalle successive investigazioni, pare che entrambi avessero sostenuto le operazioni di "Settembre Nero", senza però sapere quale fosse il vero scopo dell'azione terroristica.

Le ripercussioni da parte di Israele arrivarono in breve tempo. Il 10 aprile 1973, con un'azione coordinata tra esercito israeliano e Mossad, una squadra speciale al comando di Ehud Barak riuscì ad entrare in Beirut, dove eliminarono tre attivisti di Settembre Nero: Yusuf Najar, numero tre dell'OLP, uno degli architetti di Monaco, Kemal Adwan, leader di Settembre Nero e Kamal Nasser un portavoce dell'OLP.