I risultati delle recenti elezioni iraniane, con la vittoria dell'ex presidente, l'ultra conservatore Ahmadinejad, hanno sollevato una dura opposizione da parte dei sostenitori del candidato moderato Hosein Moussavi. Le immagini delle proteste hanno fatto il giro del mondo, e martedì 16 giugno il Concilio dei Guardiani ha fatto sapere di procedere al riconteggio dei voti contestati, anche se questo non porterà a nuove elezioni.

Al di là delle considerazioni di tipo politico, ciò che emerge in maniera preponderante è l'articolato apparato governativo del paese mediorientale, in cui il potere effettivo rimane saldo nelle mani del clero. Dopo la rivoluzione islamica del 1979, infatti, l'Iran è una teocrazia islamico sciita, le cui strutture sono piuttosto complesse. Il progetto politico dell'Ayatollah Khomeini era, infatti, la creazione di uno stato conforme ai precetti del Corano.

Per questo motivo, il sistema iraniano è complesso e articolato, in cui si combinano istanze democratiche e teocratiche. L'apparato politico si divide tra istituzioni religiose, non eleggibili, e istituzioni laiche, eleggibili, ma ogni decisione deve passare al vaglio dalla comunità religiosa e dagli esperti di dottrina islamica. L'elettorato iraniano può votare il Presidente, per un mandato quadriennale che non può essere ricoperto per più di due termini. La costituzione attribuisce al presidente la seconda carica istituzionale del paese, dopo la Suprema Guida. Il presidente è capo dell'esecutivo e responsabile per il rispetto della costituzione.

Il presidente sceglie i membri del Consiglio dei Ministri, i quali devono essere approvati dal parlamento. Il Parlamento, Majlis, è composto dal 290 membri, eletto dal voto popolare ogni 4 anni. Ogni atto del Parlamento, che può approvare o respingere le leggi proposte dal governo, deve essere sempre vagliato dal Consiglio del Concilio dei Guardiani.

Dopo la rivoluzione del 1979, il leader dell'Iran è la Guida Suprema (Rahbare Moazzam), nominato dall'Assemblea degli Esperti, composta da 86 mujtahid, studiosi islamici, che si riuniscono due volte all'anno. La Guida viene scelta in base al proprio curriculum e del grado di stima goduto presso la popolazione.

Con la morte di Khomeini, nel 1989, la Guida Suprema è l'Ayatollah Ali Khamenei, presidente negli anni di Khomeini. La Guida Suprema è capo delle Forze Armate, della radio e della Televisione iraniana, è lui che conferma l'elezione del Presidente, e soprattutto colui che traccia le linee guida in materia di politica estera.

L'Ayatollah Ali Khamenei è un conservatore e, negli anni di governo Khatami, progressista, non furono pochi i motivi di attrito, come nel caso delle rivolte studentesche del 1999. L'elettorato iraniano sceglie ogni 8 anni gli 86 membri dell'Assemblea degli Esperti (che devono appartenere al clero islamico). La prossima volta sarà il 2014. Attualmente il presidente dell'Assemblea è l'ex Presidente moderato Rafsanjani. Le candidature per l'Assemblea devono essere comunque vagliate dal Consiglio dei Guardiani.

A sua volta, sei dei 12 membri del Consiglio dei Guardiani sono nominati dalla Guida Suprema. Il compito del Consiglio è approvare le candidature alla presidenza della Repubblica e certificare la loro competenza e quella del parlamento, al pari delle più alte cariche giudiziarie. Il Consiglio dei Guardiani, quindi, in base al principio della cosiddetta vilaet-e faqih, ossia la "tutela del giurisperito", ha il compito di controllare che le leggi non siano in contrasto col Corano e la dottrina islamica.

Le forze armate iraniane si dividono in due corpi: le Guardie della Rivoluzione e le forze regolari. I capi delle Guardie, il Pasdaran, sono nominati direttamente dalla Guida Suprema e rispondono direttamente a quest'ultimo. I Pasdaran, che dovrebbero contare 120mila soldati, hanno il compito di proteggere i leader e le istituzioni, il loro potere è molto vasto, e la loro presenza è capillare in tutte le città iraniane.

A fare da collante tra il Pasdaran e le altre istituzioni iraniane c'è il Consiglio degli Esperti, un organo consultivo i cui membri sono nominati dalla Guida Suprema. Il Consiglio ha poteri di supervisionare su tutte le istituzioni, e di redimere le dispute tra il Pasdaran e il Parlamento.