In genere si fa coincidere l'America del sud con l'America Latina, cioè con quella parte del continente che fu colonizzata da spagnoli, portoghesi e francesi (cioè i popoli neolatini). Ma al di là, delle connotazioni di tipo linguistico, i paesi dell'America del Sud hanno in comune delle caratteristiche culturali, etniche, storiche, geografiche, religiose, politiche, sociali ed economiche.

La colonizzazione europea arrivò con Cristoforo Colombo nel 1492 e nel giro di pochi anni gli europei conquistarono il vastissimo territorio sud americano. I primi furono i portoghesi, nel 1500 con Pedro Álvares Cabral in Brasile, e in seguito gli spagnoli, nel 1519 Hernán Cortés, il quale raggiunse le coste del Messico. Mentre alcune delle isole Antille vennero occupate da francesi, inglesi e olandesi. L'arrivo degli europei, però, coincise con la fine delle civiltà precolombiane. Si stima, infatti, che circa l'80% della popolazione indigena delle Americhe perì in un periodo di tempo che va dal 1491 al 1550

Prima dell'arrivo degli europei, infatti, in America del Sud c'erano civiltà fiorenti e avanzate: i Maya e gli Aztechi nell'attuale Messico e in parte della California del sud, e gli Inca nell'attuale Perù. Differente era la situazione nella parte meridionale del continente. Nella vasta area colonizzata dai portoghesi, e cioè quella che seguiva il bacino del Rio delle Amazzoni, le popolazioni erano ad un stato primitivo. Nonostante ciò, la colonizzazione portoghese fu molto diversa rispetto a quella spagnola. Se i conquistadores rasero al suolo le civiltà del centro america, in Brasile i portoghesi, sotto la guida della Compagnia di Gesù, cercarono di indurre i popoli indigeni all'assimilazione, favorendo i matrimoni misti, per esempio. Uno degli esempi più riusciti fu la comunità che i gesuiti crearono in Paraguay, dove indios e colonizzatori vissero pacificamente (come viene raccontato nel famoso film Mission) fino al 1774 (anno della chiusura della Compagnia di Gesù).

Il meccanismo dell'assimilazione, nonostante non avesse portato uno spargimento di sangue pari a quello che operato dai conquistadores, causò la quasi totale scomparsa dell'identità, del linguaggio e della cultura dei popoli indigeni. Infatti, gli indios che vivono nelle aree a Nord del Rio delle Amazzoni conservano ancora una propria identità (spesso rivendicata come fattore politico, come nel caso del presidente boliviano Evo Morales), mentre nella parte brasiliana, ormai gli indios sono del tutto spariti (rimangono solo quelli che abitano nelle zone più impenetrabili della foresta pluviale).

La storia dell'indipendenza dei paesi sud americani, invece, inizia nel diciannovesimo secolo. Uno dei simboli dell'indipendenza è senza dubbio Simon De Bolivar, rivoluzionario venezuelano, che con le sue battaglie contribuì all'indipendenza di Bolivia, Colombia, Ecuador, Panama, Perù e Venezuela. Nel corso del ventesimo secolo, però, la maggior parte dei paesi del Sud America hanno vissuto anni di profonde crisi, colpi di stato e dittature feroci, come nel caso di Pinochet in Cile, o Videla in Argentina.