Nei primi anni del suo mandato, Kibaki aveva concretizzato molte delle promesse elettorali, rendendo l’istruzione primaria completamente gratuita, mentre per quella secondaria lo stato si impegnava a coprire parte delle spese. Inoltre, dal 2002 la vita pubblica keniota aveva cominciato ad assaggiare una libertà sconosciuta negli anni di Moi. Il pluralismo politico garantiva una maggiore libertà di stampa e i cittadini finalmente potevano discutere pubblicamente di politica senza paura di essere spiati dai servizi segreti. Nonostante gli ottimi risultati ottenuti, l’ombra della corruzione grava sull’operato di Kibaki e quello del suo governo. Secondo fonti riportate dalla televisione britannica BBC, il losco giro d’affari che coinvolgerebbe il presidente e alcuni ministri ammonta a più di un miliardo di dollari.