Per accertare e punire i responsabili del genocidio, le Nazioni Unite istituirono ad Arusha un Tribunale Penale Internazionale, il quale condannò all’ergastolo, tra gli altri, l’ex primo ministro ruandese, Jean Kambanda. Le deposizioni di Kambanda ribaltarono completamente le tesi di gran parte della comunità internazionale, secondo le quali il genocidio era stata una risposta spontanea delle milizie Hutu in seguito all’avanzata delle truppe Tutsi. In realtà, come riportato nel libro Conspiracy To Murder - The Rwandan Genocide di Linda Melvern, Kambanda ammise che il governo era al corrente del genocidio, apertamente appoggiato dai suoi ministri. Parallelamente, le istituzioni ruandesi si occuparono di processare gli imputati considerati “minori”, istituendo i Gacaca, tribunali delle comunità, nei quali vennero processati 120,000 persone accusate di genocidio e crimini contro l’umanità, ma secondo stime riportate dall’Human Rights Watch ci vorranno altri 110 anni per processare tutti gli imputati.