Di sicuro nella complessa situazione politica che si venne a creare dopo il crollo dell'ex Jugoslavia, la figura di Slobodan Milošević rivestì un ruolo principale, nel bene e nel male. Appena dopo il disfacimento della Federazione Jugoslava, Milošević sostenne le fazioni indipendentiste serbe sia in Bosnia che in Croazia. Dopo che la comunità internazionale intervenne per sedare il conflitto, il leader serbo ritirò il suo appoggio ai separatisti e lavorò per una soluzione pacifica. Il suo intervento, infatti, portò alla firma degli accordi di Dayton del 1995 che posero fine al conflitto in Bosnia. Ma al tempo stesso le sanguinarie repressioni nei confronti delle popolazioni albanesi in Kosovo, fanno di Slobodan Milošević uno dei maggiori responsabili della drammatica situazione che si venne a creare nella regione autonoma del Kosovo tra il 1998 e il 1999. Dopo l'intervento NATO, Milošević divenne sempre più impopolare, tanto che nell'ottobre del 2000, una serie di manifestazioni contro la sua leadership costrinsero il primo ministro serbo a dimettersi, per lasciar spazio al governo riformista di Zoran Djindjic.