Il 26 aprile 1986, esplose il reattore numero 4 della centrale nucleare di Chernobyl, in Ucraina al confine con la Bielorussia. La nube tossica, generata dall’esplosione, giunse in Europa Occidentale, diffondendo il panico in tutto il Vecchio Continente. La paura dell’atomica sembrava concretizzarsi. Inizialmente la propaganda sovietica negò ogni incidente, anzi accusò i media occidentali di diffondere notizie false. Dopo un mese, il 26 maggio, Gorbaciov in un discorso alla televisione russa dichiarò: "Per la prima volta abbiamo sperimentato il potere sinistro di energia nucleare incontrollata". Ma Chernobyl mostrò soprattutto la grave falla dello sviluppo atomico russo, privo della tecnologia necessaria per rendere le centrali sicure.