L'idea di un'Europa davvero unita, purtroppo, è ancora lontana dall'essere realizzata. Così come è ancora in alto mare l'approvazione di una Costituzione europea. La costituzione avrebbe il compito di dare all'UE un assetto politico chiaro e definitivo riguardo le sue istituzioni, le sue competenze, le modalità decisionali, la politica estera. Firmata il 29 ottobre 2004 a Roma (dove 47 anni prima era nata la CEE), dai 25 paesi membri (in qualità di candidati, Romania, Bulgaria e Turchia firmarono solo l'Atto finale) la sua applicazione necessita dell'approvazione di ogni paese membro, o tramite approvazione parlamentare, o tramite consultazione referendaria.

Così, mentre i cittadini di Spagna e Lussemburgo hanno risposto favorevolmente, lo stesso non è successo in Francia, Paesi Bassi e Irlanda. La Costituzione, oltre a introdurre un nuovo sistema decisionale, basato sulla cosiddetta maggioranza qualificata (50% degli Stati membri che rappresentino il 60% della popolazione dell'Unione), prevede la nascita di una politica estera e di sicurezza comune più coerente. Su un piano più strettamente storico e "filosofico", oggetto di disputa è stato anche il richiamo alle eredità culturali, sulle quali si basa l'Unione. Alcuni paesi, come Polonia e Italia, hanno richiesto un esplicito riferimento alle radici cristiano-giudaiche dell'Europa e a Dio, mentre per altri le radici dell'Europa sono di matrice laica, come umanesimo e illuminismo.