Come in tutti i paesi del terzo mondo, sull'economia nigeriana gravava un pesante debito estero che, grazie al lavoro diplomatico, nel 2005, fu ridotto del 60%. Un anno dopo, attingendo ai profitti del settore petrolifero, la Nigeria è stata la prima nazione africana a onorare interamente il debito, stimato attorno ai 30 miliardi di dollari.

Spina dorsale del paese è la presenza di giacimenti petroliferi, il 40% del PIL, anche se la distribuzione della ricchezza è fortemente iniqua. Grazie alla ricchezza del suolo, nonostante le altalenanti vicissitudini politiche, la Nigeria ha sempre goduto di una certa attenzione da parte dei paesi esteri, in particolar modo dagli Stati Uniti, mentre negli ultimi anni anche la Cina si sta avvicinando al governo di Abuja in cerca di nuovi accordi commerciali.

La Nigeria entrò a far parte dell'OPEC (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio) a partire dal nel 1971, mantenendo, anche negli anni bui delle rivolte militari, lo status di uno dei maggiori produttori al mondo di oro nero. Pochi riescono a beneficiare delle molteplici risorse naturali del paese (oltre al petrolio, sono presenti miniere di carbone e stagno), mentre il 60% dei nigeriani è ancora impiegato nel settore agricolo.