Politica ed economia portoghese
La costituzione dello stato portoghese è forse tra le più recenti d’Europa. Con la fine della dittatura, dal 1974 al ’76, una serie di governi di transizione stabilirono le norme della nascente democrazia. Il potere legislativo è affidato al primo ministro e all’Assemblea della Repubblica, mentre il presidente (attualmente Aníbal Cavaco Silva) non ha poteri esecutivi.
Dal 1986, l’economia portoghese si muove cercando di recuperare il distacco con gli altri paesi europei. E in parte ci sta riuscendo. Il Portogallo è uno degli stati fondatori dell'Euro, valuta che ha adottato il 1° gennaio 2002 assieme ad altri 11 membri.
Nel 2006 il Prodotto Interno Lordo è cresciuto dal 1.3% in 2006 al 1.8% in 2007, un vero balzo in alto, se si pensa che dal 2002 al 2006, la crescita era stata solo del 0.6%. Secondo le previsioni del settimanale britannico Econimst la crescita nel 2008 dovrebbe attestarsi attorno al 2% e 2.2% nel 2009, mentre l’inflazione dovrebbe scendere al 2% tra il 2008 e il 2009.
Linfa vitale per l’economia portoghese sono le riserve boschive che ricoprono circa il 34% della superficie, in particolare il sughero, del quale il Portogallo detiene metà della produzione mondiale. Negli ultimi anni, l’industria moderna (raffinerie, petrolchimica e cantieri navali) si è sviluppata significativamente, soprattutto nelle aree attorno a Setúbal, Lisbona e Porto. Ma anche il turismo dà un contributo notevole. Il flusso di visitatori, infatti, è di circa tre milioni l’anno.
[Nell'immagine: Lula, presidente del Brasile, Socrates e Barroso, ex primo ministro portoghese, ora a capo della Commissione europea]
La politica di Socrates
Dopo le elezioni del 2005, il primo ministro portoghese è Jose Socrates, leader del Partito Socialista (PS) che per la prima volta dal 1974 ha ottenuto la maggioranza assoluta in Parlamento, con 121 seggi sui 230 dell’Assemblea della Repubblica. Obiettivo principale di Socrates è risanare l’economia e ridurre il tasso di disoccupazione. Il Portogallo, infatti, è tra i fanalini di coda dell’economia comunitaria.
Del resto, gli anni di dittatura hanno lasciato un segno profondo nella società portoghese: soltanto nel febbraio 2007, un referendum ha spianato la strada ad una modifica radicale della legge sull’aborto, legalizzandolo entro la decima settimana di gestazione. La precedente legge, infatti, legalizzava l’aborto soltanto in caso di violenza sessuale e di malattie genetiche.
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