Se si fa coincidere l'inizio della storia canadese con le prime colonie europee, si può dire che il Canada è un paese molto giovane. I primi insediamenti europei, infatti, furono creati solo nel diciassettesimo secolo, sebbene le saghe islandesi narrano di un certo Bjarni Herjólfsson che raggiunse le coste del nord America tra il 985 e il 986 (ma nessuna di queste leggende ha un fondamento storico). Pertanto da un punto di vista storico, il primo europeo a raggiungere il Canada fu un italiano Giovanni Caboto, il quale, grazie alla protezione di Enrico VII d'Inghilterra, nel giugno 1497 toccò le coste orientali le zone tra l'Isola del Capo Bretone e la regione ora denominata Terranova.

Tra la fine del ‘400 e l'inizio del ‘500 ci fu una dura "concorrenza" fra le nazioni europee, Spagna, Portogallo, Francia e, appunto, la Gran Bretagna. Oltre alla ricerca di nuovi territori da conquistare, i mari canadesi erano riserve ittiche molto importanti per i mercati del Vecchio Continente e dagli animali potevano trarre preziose pellicce.

Nel corso dei secoli, Spagna e Portogallo subirono una profonda crisi che le tagliò fuori dalla conquista del nord America, lasciando campo libero agli altri concorrenti. Nel 1608 la Francia creò la prima colonia nella regione del Quebec per poi spingersi sempre più verso l'interno seguendo il fiume Ottawa, raggiungendo le regioni dell'Ontario (zona sud-est) e del Manitoba (centro-orientale).

L'economia della Nuova Francia (questo era il nome della colonia) si basava su pesca e caccia, ma soprattutto al commercio di pellicce con la madrepatria. Mentre da un punto di vista politico, nelle colonie francesi rimase il sistema feudale, in cui i nobili davano in uso le vaste terre d'oltreoceano. A differenza dei francesi, i britannici, si stabilirono nelle zone più orientali del Canada (Terranova e Nova Scozia), al confine con le famose Tredici Colonie che diedero vita agli Stati Uniti.

Anche gli inglesi si dedicarono al commercio di pellicce che, all'epoca, fruttava più della vendita d'oro. Pertanto, la competizione tra coloni francesi e inglesi per il controllo del territorio portò a diversi conflitti. Le due potenze europee si contendevano non solo le vastissime zone del Nord America, ma anche le Indie occidentali (cioè le isole caraibiche). Gli scontri più duri (e definitivi) si ebbero agli inizi del 1700 e videro la vittoria dei britannici. Col trattato di Utrecht del 1713 gli inglesi ottennero il controllo dell'Acadia, colonia francese nella parte più orientale del Canada. Gli abitanti francesi della colonia si spostarono verso il centro del continente (soprattutto nella francese Louisiana) e vennero "sostituiti" da una colonia di protestanti inglesi.

Dopo l'ennesima serie di scontri, nel 1763, i britannici ebbero di nuovo la meglio sui francesi. Col trattato di Parigi, Londra ottenne il controllo di tutto il Nord America, anche se in Canada i francesi mantennero la loro autonoma, sia linguistica che religiosa, grazie al cosiddetto Atto del Quebec del 1774. Durante la guerra di secessione che vide, le truppe britanniche partirono dalle regioni canadesi verso il sud per difendere la madrepatria (anche se molti Canadiens sostennero i rivoltosi). Dopo la nascita degli Stati Uniti d'America, i soldati di sua maestà che avevano combattuto contro gli americani cercarono rifugio proprio in Canada.