La nascita della nazione Portoghese è strettamente connessa con la cacciata dei mori dalla penisola Iberica. Secondo la leggenda, nel 1139 Alfonso Henriques sconfisse definitivamente le truppe arabe guidate da Ali Ibn Yusuf, dando vita al regno di Portogallo. Ma è nel XV secolo che lo stato lusitano, spingendosi oltre quello era considerato il confine ultimo della terra, raggiunse il suo massimo splendore.

Simbolo di quelle epoca è Vasco da Gama che, nel 1498, scoprì la rotta per le Indie orientali, gettando le basi di quello che sarebbe stato il vasto impero portoghese. Nel 1500, Pedro Álvares Cabral scoprì il Brasile, mentre dieci anni dopo Alfonso de Albuquerque conquistò parte dell’India occidentale e importanti scali commerciali nel golfo di Persia.

L’impero lusitano durò poco: dal 1580 al 1640, il Portogallo fu assorbito dalla corona spagnola. Dopo la misteriosa morte in terra africana del re Sebastiano, ultimo erede della dinastia Aviz, Filippo II di Spagna si proclamò sovrano del Portogallo, facendo gravitare all’interno della propria corona sia il piccolo stato confinante che il vasto impero ad esso connesso. In quegli anni, il Portogallo, dovette cedere poco a poco, eccetto che in Brasile, molti dei possedimenti ultramarini.

Nonostante la restaurazione sul trono di sovrano portoghese, dal diciassettesimo secolo in poi, il declino del piccolo stato divenne sempre più inesorabile, suggellato, quasi simbolicamente, dal terribile terremoto che nel 1755 distrusse Lisbona, in cui persero la vita 90.000 persone. Ottant'anni dopo, il Brasile conquistò l’indipendenza, rendendo sempre più profonda la decadenza lusitana.