La Svezia non prese parte alla Seconda Guerra Mondiale, dichiarandosi neutrale, ma di fatto offrì rifugio a molti degli ebrei che riuscirono a scappare dalla Danimarca, dalle repubbliche baltiche e dalla stessa Germania. Inoltre garantì appoggio logistico alle truppe militari alleate.

D'altro canto, molti storici contestano il ruolo del paese scandinavo, denunciando un intenso traffico di acciaio e di macchinari da Stoccolma a Berlino. Dopo le devastazioni della guerra, la Svezia fu una delle poche nazioni solide del Vecchio Continente e preferì mantenere il proprio status di neutralità.

Nonostante si fosse rifiutato nel 1949 di entrare nella Nato, il governo svedese prese parte del Piano Marshall per la ricostruzione delle nazioni entrate sotto l'influenza americana. Ma allo stesso tempo, sempre per non compromettere il principio di neutralità, nel 1971 la Svezia rifiutò l'ingresso nella Comunità Europea (della quale fa parte solo dal 1995).