Le elezioni del 1991 videro la vittoria di Carl Bildt, leader del Partito Conservatore. Dopo 50 anni di governi socialdemocratici, per la prima volta un leader di destra saliva alla guida della Svezia.

Il governo di Bildt fu caratterizzato da una serie di privatizzazioni, soprattutto del sistema sanitario e scolastico, con un progressivo smantellamento dello stato sociale. Nonostante i tagli alla spesa, il deficit svedese aumentò a causa della recessione che investì tutto il mondo occidentale proprio agli inizi degli anni '90.

In quell'occasione, il governo di Stoccolma decise di svincolare la corona dal Meccanismo di Cambio Europeo (ERM, acronimo di Exchange Rate Mechanism), dato che un tasso di cambio fisso era risultato troppo costoso. Nel 1994, ultimo anno del suo mandato, però, Bildt firmò l'ingresso della Svezia nella Comunità Europea, anche se i negoziati erano stati aperti dai suoi predecessori socialdemocratici.

Uno dei grattacapi di Bildt, però, fu la costruzione del ponte di Öresund, più volte rimandato per problemi finanziari (il ponte, lungo 15 chilometri che parte da Malmö per arrivare a Copenaghen (unendo così Svezia e Danimarca) fu inaugurato il primo giugno del 2000). I lavori, infatti, iniziarono nel 1995 quando Bildt si era già dato alla carriera diplomatica.

Durante una missione nei Balcani, Carl Bildt conobbe l'italiana Anna Maria Corazza, rappresentante dell'ONU. I due si sposarono nel 1998 e da allora Anna Maria Corazza prese la nazionalità svedese (nel 2009, infatti, ha partecipando alle europee in Svezia, ottenendo il 14,3% delle preferenze date ai candidati del Partito moderato e risultando quindi seconda degli eletti, e attualmente siede nel gruppo del Partito popolare europeo e fa parte della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori e della delegazione alla commissione parlamentare mista UE-Turchia).

La carriera diplomatica di Bildt si indirizzò soprattutto nei Balcani, e prese parte alle operazioni diplomatiche all'interno del conflitto bosniaco. Il 6 ottobre 2006, Bildt fu nominato Ministro degli Affari Esteri nel governo guidato dal primo ministro Fredrik Reinfeldt. La nomina di Bildt come Ministro degli Esteri scatenò numerose polemiche, a causa delle suoi interessi economici nel gigante russo del gas Gazprom, e la Lundin Petroleum, un società petrolifera con attività in Sudan.