Nelle elezioni del 2006, il leader dei Socialdemocratici, Göran Persson, si presentò nuovamente come leader del partito Socialdemocratico, contro il leader dei moderati, il quarantunenne Fredrik Reinfeldt. Dopo i primi dati, la vittoria di Reinfeldt e della sua coalizione apparve subito schiacciante, così ancor prima di aspettare la fine dello spoglio, Persson si dimise da primo ministro, congratulandosi col suo sfidante.

All'inizio del nuovo millennio, Reinfeldt aveva trasformato il partito Moderato (tanto da dargli un nuovo nome De Nya Moderaterna, i nuovi moderati, operazione molto simile quella fatta da Bill Clinton con i New Democrats e da Tony Blair con il New Labour Party), portandolo su posizioni molto più vicine ai Socialdemocratici.

A differenza dei suoi predecessori a destra, il programma di Reinfeldt non prevedeva il totale smantellamento dello stato sociale, ma un graduale abbassamento delle tasse soprattutto per le classi medie. In politica internazionale il nuovo esecutivo svedese puntava all'entrata della Svezia nell'Euro e, soprattutto nella NATO, anche se da Stoccolma si è levata una voce contro un ritiro arbitrario delle truppe USA dall'Iraq, sostenendo invece che tale decisione doveva essere presa dal governo di Baghdad.