La transizione verso la democrazia culminò con la nuova Costituzione spagnola, promulgata dal re nel 1978. La Spagna è una monarchia costituzionale, con un monarca e un parlamento bicamerale, le Corti Generali (Cortes Generales). Il ramo esecutivo è affidato al Consiglio dei Ministri (Spanish Consejo de Ministro) presieduto dal Capo del Governo (il Primo Ministro), proposto dal monarca ed scelto dall'Assemblea Nazionale in seguito alle elezioni legislative.

Il ramo legislativo è rappresentato dal Congresso dei Deputati (Congreso de los Diputados), composto da 350 membri, eletti dal voto popolare con metodo proporzionale, per un mandato quadriennale, e dal Senato con 259 seggi, di cui 208 eletti direttamente dal voto popolare dai cittadini e 51 nominati dalle amministrazioni regionali, con un mandato di 7 anni.

La Spagna è attualmente divisa in 17 comunità e due città autonome con vari gradi di autogestione. Nella Costituzione, infatti, non viene esplicitata l'unità della nazione come fatto ineluttabile, così come non è indicata nessuna religione ufficiale.

Lo stato spagnolo di fatto è uno stato fatto di autonomie (Estado de las Autonomías), in cui tutte le comunità autonome hanno un proprio parlamento, amministrazioni pubbliche, budget e risorse, come nel caso della regione basca e della Catalogna, dove esistono corpi di polizia autonome. La Spagna infatti, dopo Germania, Belgio e Svizzera è uno dei paesi più decentralizzati d'Europa.