La vera rivoluzione, dopo gli anni di franchismo, fu di tipo sociale. Il regime, reazionario con fortissimi legami con le frange più conservatrici della Chiesa, aveva creato una società basata sulla famiglia di stampo patriarcale, dove le donne necessitavano di un permesso speciale per poter lavorare o soltanto viaggiare da sole. Se si guarda la Spagna di oggi, sembrano essere passati secoli, non soltanto 30 anni.

Con la fine del regime, fecero ritorno in patria gli immigrati che erano scappati dal paese in cerca di fortuna nel resto di Europa, rappresentando non solo nuove forze lavoro a disposizione della nascente democrazia, ma anche una leva per un cambiamento radicale all'interno della società. Molti di questi immigranti venivano dalla Francia, Germania dell'Ovest o Svizzera e non riportarono nel paese solo disponibilità economica, ma anche uno stile di vita moderno, contribuendo alla trasformazione sociale e culturale del paese.

Una delle prime leggi approvate dal governo Zapatero fu garantire l'accesso al matrimonio anche alle coppie omosessuali, assicurando così anche agli omosessuali gli stessi diritti riservati alle coppie eterosessuali, tra cui quello di adottare figli. Alla proposta il clero e una larga fetta della popolazione più conservatrice scese in piazza per protestare contro il governo, ma nonostante tutto la legge fu approvata a larga maggioranza.

Nonostante il 95% dei giovani si dichiari cattolico, la società spagnola è tra le più progressiste d'Europa. Secondo alcuni studiosi, probabilmente gli anni di repressione franchista, in cui la religione cattolica aveva un ruolo predominante anche dal punto di vista sociale (divorzio e aborto erano vietati) e la Chiesa era politicamente legata al regime, hanno spinto il paese verso una percezione più laica della società.