L'Iraq, come la maggior parte dei paesi mediorientali, nacque dalle ceneri dell'Impero Ottomano, andato in frantumi dopo la prima guerra mondiale. Dopo il conflitto, la Società delle Nazioni (l'organizzazione antecedente all'ONU) diede il mandato alle nazioni vincitrici di stabilizzare il medio oriente. Francia e Gran Bretagna si erano divise rispettivamente Siria e Libano da una parte e Palestina, Egitto e Iraq dall'altra.

I britannici posero alla guida dell'Iraq Faisal, sovrano della dinastia Hashemita (originario de La Mecca e discendente di Maometto). Nel 1932, le truppe britanniche lasciarono l'Iraq e la dinastia Hashemita regnò fino al 1941, quando con un colpo di stato, il generale Rashid Ali, sostenuto dalla Germania nazista, salì al potere. Le truppe britanniche invasero nuovamente l'Iraq e lasciarono il paese soltanto il 26 ottobre del 1947, riportando al trono la dinastia Hashemita con Nuri al-Said, ex primo ministro di Faisal.

La monarchia durò fino al 14 luglio del 1958: con un colpo di stato l'esercito iracheno, guidato da Abdul Karim Qassim, salì al potere. Qassim, sostenuto dall'Unione Sovietica, rimase alla guida dell'Iraq fino al febbraio del 1963, quando l'ennesima rivolta militare rovesciò il governo, questa volta ad opera del generale Rahman Arif. A sua volta, nel 1968, il capo del partito Baath, Ahmed Hasan Al-Bakir spazzò via Abdhul Arif, fratello di Rahman, salito al potere due anni prima. Il partito Baath, di ispirazione socialista, era sostenuto dall'Egitto di Nasser.

Il presidente egiziano, infatti, si era fatto portavoce del panarabismo, una sorta di movimento politico laico che mirava all'indipendenza dei paesi arabi rispetto alle potenze europee, nonché alla distruzione di Israele. Lo stesso movimento aveva portato nel 1969 Gheddafi al comando della Libia. L'ascesa del partito Baath segnò l'inizio della carriera politica del giovane Saddam Hussein, all'epoca ventinovenne. Nel 1979, Saddam Hussein dopo aver messo da parte Al-Bakr e fatto uccidere molti dei suoi più stretti collaboratori, si autoproclamò presidente dell'Iraq.