Barack Obama e Mitt Romney, i due candidati alla presidenza USA, non potrebbero essere più diversi. Non solo per i rispettivi programmi: pro-choice, a favore dei matrimoni gay, e sostenitore del soft power in politica estera, il democratico; contrario all'aborto (eccetto in alcuni casi), a favore delle unioni civili, ma non per i matrimoni gay, e promotore di un rilancio dell'egemonia americana, il candidato repubblicano.

Anche le ricette economiche per uscire dalla crisi rispecchiano due visioni politiche del tutto opposte. Obama punta ad un aumento dell'aliquota per le fasce di reddito più alte di 3 punti, portando, nei prossimi 10 anni, ad una riduzione del debito pubblico a quattromila miliardi di dollari. Romney, invece, punterebbe a mantenere l'aliquota per i redditi più alti al 35% (voluta da Bush), promettendo un taglio del 10% sulle tasse da redditi d'impresa e ulteriori tagli alle imposte immobiliari.

Ma quello che davvero divide sono le politiche sociali. Le critiche dei repubblicani contro l'amministrazione Obama, infatti, si sono concentrate sulla spesa pubblica, e il programma di assistenza sanitaria Patient Protection and Affordable Care Act (PPACA), introdotto nel marzo 2010, e da tutti chiamato Obamacare. Negli Stati Uniti, l'assistenza sanitaria è privata, e viene gestita dalle compagnie assicurative. In molti casi, è il datore di lavoro a garantirne il pagamento. E proprio per questo, per molti la perdita del posto di lavoro coincide con la perdita dell'assistenza sanitaria. Per cercare di rispondere a situazioni del genere, oltre ai tradizionali Medicare e Medicaid (rivolti alle persone meno abbienti), attraverso Obamacare sono state introdotti dei meccanismi per la riduzione dei costi e la garanzia di prestazioni eque (senza tener conto né del genere né delle condizioni di salute pregresse). Di contro, Mitt Romney ha promesso che, in caso di vittoria, abolirà l'Obamacare, incassando il sostegno di un gran numero di elettori, contrari alla sanità pubblica e a qualsiasi forma assistenza statale.

La campagna elettorale, infatti, si è trasformata in una sorta di referendum su due modelli diversi di paese. A dividere l'America è proprio il ruolo che il governo di Washington deve avere nella vita dei cittadini, e quanto, nel sentire americano, la presenza di uno stato molto forte viene considerato un limite alla libertà personale. Nel famoso video "rubato" in cui Mitt Romney si disse non interessato ai poveri ("il 47% degli americani voterà comunque Obama perché dipende dal governo, non paga le tasse e si sente vittima perché troppo povero"), c'è un passaggio significativo: "my job is not to worry about those people—I'll never convince them that they should take personal responsibility and care for their lives" ("non mi devo preoccupare di queste persone - non riuscirò mai a convincerli che devono prendersi le proprie responsabilità personali e preoccuparsi della loro vita").

La chiave per capire la reale differenza tra Obama e Romney è nell'espressione responsabilità personale. Il concetto è mutuato direttamente dalla cultura protestante, in particolare quella puritana (non dimentichiamo che i primi "colonizzatori" furono i "primi pellegrini", cioè i dissidenti protestanti che, nel 1680 a bordo della MayFlower, raggiunsero le coste del Massachusetts). Nella cultura puritana la realizzazione dei propri obiettivi sono il segno della grazia divina, per cui l'impegno, la responsabilità, la perseveranza sono valori fondamentali (nonché alla base del cosiddetto "sogno americano"). Ma, come si può leggere in un interessantissimo articolo di Slate Magazine, sono valori che appartengono alla cultura dei maschi bianchi americani.

Infatti, secondo un sondaggio del Washington Post la maggior parte dei bianchi (il 60%) è per Romney, il 37% per Obama e per vincere, il presidente uscente dovrebbe ottenere l'80% del voto delle minoranze (per questo motivo Obama ha teso la mano alla comunità GLBT?). Il successo di Romney tra i maschi bianchi è legato proprio ad una scala di valori che si attribuisce, all'interno della cultura e della storia americana, ai bianchi e ai neri (e alle altre minoranze etniche): "personal responsibility" is the opposite of "handouts," "food stamps," and particularly "welfare," all of which are synonyms for "niggers" (la "responsabilità personale" è l'opposto "sovvenzioni", "buoni pasto", e in particolare di "welfare", che sono tutti sinonimi di "negri"). Appare evidente, quindi, che in queste elezioni, a differenza di quanto accaduto quattro anni fa, il fattore etnico rischia di diventare un elemento di svantaggio per il presidente uscente. E al tempo stesso i risultati dimostreranno quanto l'America, soprattutto in un periodo di crisi economica, sia capace di reagire come un paese davvero multietnico.