A partire dalla seconda metà del XIX secolo, l'America del Nord diventò la terra delle mille possibilità. Il boom economico, l'espansione territoriale, favorita dalla costruzione di lunghe tratte ferroviarie, e le infinite potenzialità che il paese offriva fecero degli Stati Uniti terra di immigrazione.

Dal 1840 al 1920 nel Nuovo Mondo giunsero 37 milioni di persone, la maggior parte provenienti dalla Germania, dall'Italia, dall'Irlanda, Scozia, Galles e Russia. Per grandi linee, la maggior parte degli immigrati italiani, ebrei e irlandesi rimasero lungo l'east coast, stabilendosi nelle grandi città come New York, mentre tedeschi e mitteleuropei si stabilirono nel midwest, lavorando nell'industria o come minatori.

L'America, terra di infinite opportunità, accolse, dal 1860 al 1970, 6 milioni di immigranti italiani. Solo nel decennio 1890-1900 giunsero nel Nuovo Mondo 655.888 immigrati, di cui due terzi erano uomini per lo più provenienti dalle regioni povere del meridione. Simbolo dell'immigrazione verso il Nuovo Mondo è Ellis Island, isolotto nella baia di New York, dove un ex arsenale militare, in precedenza destinato alla detenzione dei pirati, venne adibito a stazione di smistamento per gli immigranti

Sul finire del XIX secolo, l'impennata di immigrazione spinse il governo statunitense a istituire procedure ufficiali per l'ingresso nel paese. Così, negli anni di maggiore affluenza, chi giungeva a New York per entrare nel paese doveva essere registrato e passare una serie di visite mediche prima di essere assegnato alle aree per immigrati. Dal 1892 al 1954 da Ellis Island transitarono più di 12 milioni di aspiranti cittadini statunitensi. Dal 1990 la stazione è stata trasformata in museo dell'immigrazione. È possibile, inoltre, conoscere tutti i nominativi registrati a Ellis Island visitando il sito www.ellisisland.org

Ma le condizioni di vita di quasi tutti gli immigranti furono molto più dure delle loro aspirazioni. Nel 1900, gli Stati Uniti avevano il più alto tasso di morti sul lavoro di qualsiasi paese industrializzato al mondo. Proprio in quegli anni, i movimenti operai cominciarono ad organizzarsi anche in America, dando vita ad una serie di scontri violenti. Come nel caso dello sciopero di Lawrence, in Massachusetts (conosciuto come lo sciopero del "pane e delle rose" perché slogan della protesta era "we want bread, but we want roses, too!" - "vogliamo il pane, ma anche le rose", ispirato dai versi del poeta James Oppenheim). Lo sciopero, organizzato nel 1912 dall'Industrial Workers of the World, fu causa di scontri tra lavoratori e forze dell'ordine, nei quali persero la vita diversi manifestanti, come la diciassettenne italo americana Anna Lo Pizzo.