A partire dalla seconda metà del XIX secolo, la Cina della dinastia Qing si avviò verso una fase di profonda crisi che avrebbe portato in poco meno di un secolo alla rivoluzione del 1912. L'umiliante sconfitta contro l'Inghilterra nella prima guerra dell'oppio, la costante crescita demografica, iniziata nel secolo precedente, avevano avuto ripercussioni pesantissime soprattutto sulle fasce più deboli della società, come contadini e piccoli artigiani, facendo crescere il malcontento contro l'imperatore Daoguang.

In una società scossa da profonde tensioni si inserì il movimento religioso-politico fondato da Hong Xiuqian, un intellettuale di provincia, convertito al cristianesimo. Nel 1847, nella provincia meridionale del Guanxi, Hong fondò la congrega degli "Adoratori di Dio", il cui scopo era creare una società equa, in cui gli elementi mutuati dal cristianesimo si fondevano con le antiche tradizioni cinesi e con un comunismo primitivo (e per certi versi ante litteram).

Il movimento si organizzò anche militarmente e tra il 1849 e il 1850 intraprese la conquista dei territori nei dintorni di Nanchino, dove nel 1851 fondò il "Regno Celeste della Pace Universale" (Taiping Tianguo, da cui taiping). Forte delle prime vittorie i Taiping si diressero verso Pechino per sradicare la dinastia Qing. La missione dei Taiping era, infatti, estirpare confucianesimo e buddhismo dalla Cina, eliminare il potere dei funzionari e dei proprietari terrieri, distribuire le terre a tutti in una società di eguali.

Hong sperava che le potenze europee avessero appoggiato la nascita di uno stato cristiano in Cina, ma l'ostilità dei Taiping nei confronti del contrabbando d'oppio rese impossibile un'alleanza con la Gran Bretagna. Così il tentativo di conquistare Pechino fallì miseramente ancor prima di arrivare nei pressi della capitale. Nel 1855, nella regione dello Shandong, i circa 500.000 uomini di Hong furono sconfitti dalle truppe imperiali. Nonostante la pesante sconfitta e il mancato appoggio delle nazioni europee, il Regno Celeste sopravvisse per altri 10 anni. Il declino arrivò già nel corso della seconda guerra dell'oppio, terminata nel 1860.

Sebbene Europa e Stati Uniti fossero in conflitto col governo imperiale, quest'ultimi appoggiarono Pechino nel reprimere i Taiping, fornendo armi e sostenendo vari corpi mercenari, come i famigerati Ever Victorious Army (esercito speciale composto da cinesi ma addestrati da militari europei). Nel 1864, i Taiping furono sconfitti definitivamente, soprattutto per mancanza di consenso popolare. I seguaci di Hong avevano mantenuto solo in piccola parte i loro programmi rivoluzionari. La distribuzione delle terre era stata scarsa, così come la ripartizione delle risorse aveva privilegiato gli uomini più vicini a Hong.

La disfatta arrivò all'inizio del 1863, quando le truppe imperiali accerchiarono Nanchino, espugnandola definitivamente un anno dopo. L'esperienza rivoluzionaria di Hong e dei suoi, però, rimase nell'immaginario popolare, nella tradizione orale e nella leggenda, tanto da diventare fonte di ispirazione per i movimenti rivoluzionari successivi.