Jacques Chirac

Il successore di Mitterand fu Jacques Chirac, già primo ministro del presidente socialista, dal 1986 al 1988, ed esponente di punta del Unione del Movimento Popolare (Union pour un Mouvement Populaire o UMP) il maggiore partito della destra francese.
Una delle prime misure prese da Chirac fu la limitazione del mandato presidenziale, che passò da 7 a 5 anni. Intanto, sotto la pressione del primo ministro, il socialista Lionel Jospin, Chirac ridusse l'orario lavorativo settimanale degli operai, da 38 a 37 ore. Nel 1999, inoltre, la Francia fu tra le prime nazioni in Europa a introdurre un forma contrattuale per le unioni di fatto, anche nel caso di persone dello stesso sesso, i cosiddetti P.A.C.S. (Patti Civili di Solidarietà ).
Alle presidenziali del 2002, però, un inaspettato sconvolgimento politico travolse il paese: al primo turno il candidato Jean-Marie Le Pen, esponente del partito di estrema destra, Fronte Nazionale, ottenne una valanga di voti, mentre l'ex primo ministro, il socialista Jospin, fu eliminato, racimolando un misero 15%.
La sfida al secondo turno, dunque, era tra il presidente uscente e il leader ultranazionalista. Per impedire la possibile vittoria di Le Pen, la sinistra francese lanciò una massiccia campagna in favore di Chirac, che ottenne il secondo mandato con l'82% dei voti. La popolarità di Chirac fu, però, minata da una serie di falsi e d'incidenti di percorso.
A cominciare dalla rivolta delle Banlieue, sul finire del 2005, quando le tensioni sociali e etniche delle periferie degradate di Parigi sfociarono in una vera e propria guerriglia urbana tra gli immigrati e le forze dell'ordine. Il 2 settembre 2005, inoltre, Chirac fu colpito da un leggero ictus che lo costrinse a una settimana di degenza in ospedale.
Nel corso dei primi mesi del 2006, però, la popolarità del presidente crollò ancora, quando il governo del fedelissimo Dominique de Villepin propose una nuova formula contrattuale, il CPE (Contrat première embauche, Contratto per il primo impiego), introducendo in Francia una forma di precarietà per i giovani che entravano nel mercato del lavoro. Si scatenò un'autentica rivolta con circa 3 milioni di persone scese in piazza solo il 28 marzo. Pochi giorni dopo, Chirac fu costretto a ritirare il CPE.
L'11 marzo 2007 Chirac annunciò, in un messaggio alla nazione trasmesso in diretta televisiva, la sua intenzione di non candidarsi per la terza volta alle elezioni del 2007, e pochi giorni dopo, dichiarò di sostenere la candidatura di Nicolas Sarkozy, nonostante le ripetute contrapposizioni degli anni passati (Sarkozy, infatti, era ministro dell'interno di Dominique de Villepin).
Sul fronte internazionale le posizioni di Chirac, invece, portarono ad un raffreddamento nei rapporti tra Parigi e Washington, in seguito alla dura opposizione all'intervento militare in Iraq nel 2003. La distanza tra i due paesi rimase a lungo oggetto di discussione, soprattutto quando nel 2005, parlando dei britannici Chirac disse: "Non ci si può fidare di persone i cui cugini sono così cattivi", ovviamente il riferimento indiretto era agli americani.
[Nell'immagine: Jacques Chirac, presidente dal 1995 al 2007]
Le accuse di corruzione contro Chirac
A partire dalla fine degli anni '90 sulla testa di Chirac cominciarono a gravare pesanti accuse di corruzione, riferite agli anni in cui Chirac era sindaco di Parigi: secondo gli inquirenti, l'ex sindaco avrebbe utilizzato soldi pubblici per finanziare il suo partito, l'RDP, nonché per mantenere l'alto tenore di vita suo e della sua famiglia. Nel 2003, sulla spinta del sindaco di Parigi, il Socialista Bertrand Delanoë, il giudice Philippe Courroye aprì un processo civile contro sua moglie Bernadette Chirac, accusata di aver speso assieme al marito 14 milioni di franchi (circa 700 euro) al giorno per servizi extra. Chirac, invece, grazie ad un Consiglio Costituzionale straordinario, riuscì a beneficiare di un'immunità, decaduta nel 2007, quando rinunciò alla ricandidatura presidenziale.
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