Il laburista Kevin Rudd, è stato primo ministro fino a giugno 2010. Personaggio molto popolare - eletto con la più alta maggioranza di sempre - il suo mandato si era contraddistinto per una serie di riforme di segno opposto rispetto a quelle del suo predecessore, il liberale Howard.

In politica estera aveva riallacciato i rapporti con Cina e Giappone e ritirato le truppe australiane dall'Iraq. Sul fronte interno, grazie alla pressione del partito aborigeno "Australia Unita", Rudd aveva proposto una riforma della Costituzione, per il riconoscimento e la tutela della popolazione indigena (solo nel 2008 il governo di Canberra ha fatto pubblica ammenda per le vessazioni inflitte in passato alla popolazione indigena che - ancora tutt'ora - vive ai margini della società, affetta da un altissimo tasso di disoccupazione, alcolismo e uso di sostanze stupefacenti).

Dopo solo tre anni, però, la popolarità di Rudd è crollata causando una crisi di governo e le elezioni anticipate. Il leader del partito laburista aveva incentrato la campagna elettorale del 2007 sui temi dell'ambiente e dello sviluppo sostenibile (per esempio, l'Australia è uno dei pochi paesi a sostenere la protezione delle balene nell'Oceano Pacifico), ma il mancato mantenimento di tali impegni ha causato una profonda rottura tra Rudd e il paese.

Il crollo di popolarità di Kevin Rudd è coinciso con l'ascesa di Julia Gillard, suo vice. Nell'agosto 2010, infatti, la Gillard - cercando di salvare le sorti del partito laburista - costrinse la maggioranza a nominare un nuovo leader. Dopo settimane di trattative, il 17 settembre 2010 Julia Gillard venne eletta primo ministro grazie al voto di due parlamentari indipendenti. A distanza di un anno dalle elezioni, però, anche la popolarità della Gillard è a rischio. Secondo i sondaggi di luglio 2011 (riportati dal settimanale inglese Economist) il governo godrebbe soltanto del 30 percento delle preferenze.

Anche in questo caso, l'impopolarità deriva dal mancato mantenimento degli impegni sul fronte ambientale. A far crollare i consensi sarebbe, inoltre, un'altra questione spinosa: quella degli immigrati. Tra le decisioni della Gillard, infatti, c'è quella di mandare gli immigrati irregolari in Malesia, un paese che non ha ancora accettato di sottoscrivere la convenzione delle Nazioni Unite sui rifugiati.