La guerra di secessione e la questione della schiavitù
Quando l’America era divisa tra schiavisti e liberal
Gli anni successivi all'indipendenza Americana furono caratterizzati da una rapida espansione ad ovest. La conquista del west coincise con la crescita demografica e economica della nascente nazione. Col passare degli anni, avventurieri e cowboy soppiantarono le popolazioni indigene. L'epopea del wild west, raccontata da Hollywood a partire dai primi anni '50, divenne il simbolo delle infinite potenzialità che il vasto territorio nordamericano rappresentava, portando con sé, però, tutte le contraddizioni di un'improvvisa espansione economica e territoriale.
Al tempo stesso, la crescita economica di molti stati meridionali fece aumentare la richiesta di schiavi importati dall'Africa, i quali rappresentavano la principale manodopera della nascente economia statunitense. Nel 1860 fu eletto presidente Abramo Lincoln, il primo inquilino Repubblicano della Casa Bianca, il quale si opponeva allo sfruttamento della schiavitù.
In risposta, gli stati del Sud si affrancarono dal governo centrale, riunendosi negli Stati Confederati d'America. Ne scaturì la guerra una guerra civile, ricordata come la guerra di secessione americana, tra secessionisti (gli stati del Sud) e unionisti (gli stati del Nord) che durò dal 12 aprile 1861 al 26 maggio 1865. La questione della schiavitù fu la scintilla che portò agli scontri, ma non soltanto per motivi ideologici. Le differenze economiche tra i paesi del nord e quelli meridionali erano tali da spingere le due fazioni a dichiararsi guerra l'un l'altro.
Nel Nord cominciava a farsi largo la produzione industriale che non necessitava di schiavi ma di un libero mercato in cui, secondo la dottrina dell'economista Adam Smith, il progresso collettivo dipende dal libero perseguimento individuale del proprio interesse. Mentre al Sud il pilastro dell'economia era la produzione di cotone e di canna da zucchero destinati ai mercati europei, per cui la presenza di manodopera a costo zero, costituita dagli schiavi, rimaneva indispensabile. La vittoria degli stati del nord segnò un momento fondamentale nella storia degli Stati Uniti. Ma nonostante la definitiva abolizione della schiavitù, la popolazione di colore dovette aspettare quasi un secolo per veder riconosciuti i propri diritti, mentre in risposta i veterani dell'esercito di secessione diedero vita al Ku Klux Klan.
Il 17 settembre 1862 a Antietam, presso Sharpsburg (Maryland) si consumò il più grave scontro tra le truppe Secessioniste e quelle Unioniste. Il bilancio degli scontri (durati un solo giorno) fu disastroso: sul campo persero la vita 23.000 soldati. La leggenda vuole che Abramo Lincoln, prima della battaglia, avesse pregato Dio di vincere la guerra, in cambio avrebbe abolito la schiavitù. A battaglia, se pur con uno scarto minimo, fu vinta dagli Unionisti, così 5 giorni dopo, il 22 settembre, il presidente onorò l'impegno, emanando il noto Proclama di Emancipazione, con cui si poneva fine allo sfruttamento degli schiavi neri.
[Nell'immagine: Abramo Lincoln il 17 settembre 1862 nell'accampamento unionista prima della battaglia di Antietam]
Approfondimenti
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Il Ku Klux Klan
Il nome Ku Klux Klan è legato a differenti organizzazioni che, in periodi diversi (1860, 1920, 1960), hanno operato negli Stati Uniti, in particolare quelli del sud. Il nome Ku Klux deriva dalla parola greca "kyklos", cerchio, mentre la parola Klan richiama la parola di origine scozzese "clan". Molti studiosi, però, considerano il nome un’onomatopea per il suono prodotto quando si ricarica un’arma.
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