Delle lingue dei colonizzatori, sono sopravvissute soltanto in tre. Il tedesco rimane in uso solo in Namibia e ciò con la scomparsa delle colonie tedesche dopo il primo conflitto mondiale (Camerun, Togo, Tanganyika).

Lo spagnolo sopravvive nella Guinea Equatoriale e nelle enclave spagnole in Marocco di Ceuta e Melilla. L'italiano è ancora largamente conosciuto in Eritrea, ma ormai poco in Etiopia e, in Somalia, se fino alla guerra civile era largamente usato, almeno a Mogadiscio e nelle città  costiere (ma non nell'ex-Somaliland), oggi è in forte regresso.

Di fatto, ciò che osserviamo è che la grande maggioranza degli stati africani utilizza come lingue ufficiali due lingue, l'inglese (17 stati, da solo o associato ad altra lingua, e inoltre Saint Helena, ancora colonia britannica) e il francese (19 stati, oltre a Mayotte e La Réunion).

In certi casi col paradosso di usarle entrambe, come è il caso del Camerun (un caso analogo di condominio culturale postcoloniale è nelle Vanuatu). Altrettanto forte la posizione del portoghese, ufficiale in Mozambico, in Angola, nel Capo Verde, nella Guinea Bissau e a São Tomé.