Le prime tribù a popolare l’attuale Somalia attorno al 2.500 a.C. erano di origini Oromo e Cuscitiche, provenienti dalla vicina Etiopia. Molti secoli dopo pastori nomadi somali dal nord del Corno d’Africa si stabilirono nella parte meridionale della regione.

Tra il VII e X secolo, le popolazioni musulmane provenienti dalla Persia cominciarono a instaurare rapporti commerciali con le tribù locali, islamizzando gran parte dell’attuale Somalia. In risposta, molti capi locali aiutarono i sultani arabi nelle ripetute guerre contro l'Etiopia cristiana.

Con l’arrivo degli europei, i confini della regione africana che si spengeva a sud verso il Kenia e a ovest verso l'Etiopia furono stravolti. Venne creata la Somalia francese, attuale Gibuti, che comprendeva la piccola zona di nordovest confinante a sud con l’Etiopia e ad est con la Somalia britannica. Mentre dal 1889 l’Italia controllava la parte meridionale, successivamente unificata con l'Etiopia e l'Eritrea nell’Africa Orientale Italiana.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, i britannici ebbero la meglio sulle colonie italiane, fino a quando, nel 1950, le Nazioni Unite divisero la regione in due aree, una di influenza britannica e l’altra italiana. Nel 1960, in seguito alle dure rivolte capeggiate dal maggior partito indipendentista, la Lega della Gioventù Somala, gli europei abbandonarono il Corno d’Africa e l'Onu autorizzò la nascita della Repubblica Federale di Somalia, guidata da Abdullahi Issa Mohamud e Aden Abdullah Osman Daar, rispettivamente primo ministro e presidente.