Vasilij Nikitic Mitrokhin era un alto funzionario dei servizi segreti russi. Entrato nel KGB nel lontano 1948, negli anni '50, Mitrokhin era stato mandato in missione nella Germani a dell'Est, ma, dopo una serie di non precisati motivi, dal 1972 era stato trasferito al Primo Direttorato Centrale a Jasnevo (sud-est di Mosca), sede dell'archivio del KGB.

L'allontanamento dal "campo di battaglia" fu di sicuro una forma di declassamento, forse causato da un velo di malcontento espresso sull'operato del KGB e sulla stessa politica sovietica. Dal 1972 al 1984, anno in cui andò in pensione, Mitrokhin fu il supervisore dell'archivio con il compito di controllare più di 300 mila documenti top secret, riguardanti soprattutto il lavoro delle spie russe all'estero. Dopo il crollo dell'Unione Sovietica, nel 1992, Mitrokhin si presentò all'ambasciata americana di Tallin in Estonia, con in mano una copia del materiale raccolto in tutti gli anni di lavoro, ma gli agenti della CIA non diedero troppo peso alle sue parole.

Il 24 marzo dello stesso anno, l'ex militare russo si rivolse alla delegazione britannica che, a differenza di quanto avevano fatto i "cugini" americani, diede credito a Mitrokhin, offendigli una copertura e una residenza a Londra, dove si trasferì con la famiglia nel novembre del 1992. Deluso dalla politica vessatoria e dittatoriale delle oligarchie comuniste, e in particolar modo dalla dura repressione dei movimenti riformisti del '68 a Praga, Mitrokhin aveva trascritto tutte le informazioni ottenute nei suoi anni di servizio. Il suo intento era mostrare all'occidente le "diaboliche" orchestrazioni del KGB e i fitti legami che i servizi segreti russi avevano con politici, giornalisti e uomini di potere in tutto il mondo, molti dei quali ancora attivi in occidente.

Dopo tre anni di indagini da parte della magistratura britannica, il lavoro certosino di Mitrokhin fu reso pubblico. Il governo britannico affiancò a Mitrokhin Christopher Andrew, professore di storia all'università di Cambridge, assieme al quale scrisse due libri: "L'archivio Mitrokhin: il KGB in Europa e nell'Ovest" e "L'archivio Mitrokhin II: il KGB nel mondo", pubblicato nel 2005 subito dopo la morte dell'ex membro del KGB.

Le rivelazioni di Mitrokhin fecero piuttosto clamore in tutta Europa, tanto che il governo Berlusconi nel 2002 istituì la Commissione Mitrokhin, presieduta dal deputato di Forza Italia Paolo Guzzanti. Molti furono i nomi che spuntarono durante le sedute della commissione, compreso quello dell'ex presidente del consiglio Romano Prodi, ascoltato dalla commissione il 5 aprile 2004. Le accuse contro Prodi riguardavano una seduta spiritica alla quale l'ex Presidente del Consiglio aveva partecipato il 2 aprile 1978, nel periodo in cui l'onorevole Aldo Moro era tenuto prigioniero dalle Brigate Rosse. Durante la seduta sarebbe venuto fuori l'indirizzo di un covo delle BR.

La commissione e, in particolare, Mario Scaramella, collaboratore esterno della commissione, erano convinti che, invece, Prodi, all'epoca non ancora deputato, avesse ottenuto le informazioni circa il covo delle BR proprio grazie ai suoi legami con i servizi segreti russi. Poco prima che Prodi si presentasse all'audizione, Scaramella entrò in contatto con un'altra ex spia del KGB, Aleksander Litvinenko, nella speranza di ottenere prove che incolpassero Prodi e parte dell'establishment di sinistra. In un'intervista al quotidiano La Repubblica del 2005, Litvinenko disse di non aver mai sentito parlare di Prodi, né di collegamenti del gruppo dei Verdi con il KGB:

"Mario [Scaramella] mi raccontò che Prodi conosceva l'indirizzo dove le Br tenevano sequestrato Moro per averlo appreso durante una seduta spiritica. Mi chiese se non ritenevo che Prodi avesse appreso del covo dal Kgb. Mi chiese anche se il sequestro non fosse stato organizzato dal Kgb e se avesse addestrato le Br. Dissi che non conoscevo alcun dettaglio del sequestro e che non avevo mai sentito parlare di Prodi." (l'intervista integrale: E Litvinenko raccontò "Volevano sapere di Prodi")

Dopo la morte di Litvinenko per avvelenamento da polonio, partirono le indagini sull'attività di Mario Scaramella, il quale fu arrestato il 24 dicembre 2006 con l'accusa di traffico illegale d'armi, violazione del segreto d'ufficio e calunnia aggravata e continuata per aver accusato l'ex capitano del KGB Aleksander Talik di essere il mandante di possibili attentati contro di lui e contro Paolo Guzzanti. Del resto, sono ancora molti i sospetti che gravano sull'autenticità dell'archivio Mitrokhin. Primo fra tutti è come sia stato possibile che un personaggio così scomodo per il KGB fosse stato libero di trascrivere migliaia di documenti, portarli nella sua dacia (la casa di campagna) e nasconderli nel contenitore del latte (come dichiarato dall'ex archivista).

Inoltre, di tutti i nomi fatti da Mitrokhin non sono mai stati trovati riscontri oggettivi in grado di provare le accuse mosse, né in Italia né in Gran Bretagna. Di certo, mote informazioni trascritte dall'archivista sono veritiere (o quantomeno verosimili), ottenute proprio grazie alla sua posizione all'interno del KGB, ma alcuni studiosi hanno obiettato la possibilità che alcuni dati riportati fossero addirittura troppo top secret per essere giunti fra le mani di Mitrokhin.