Stalin era ossessionato dall'idea di dover eliminare ogni possibile avversario. Si stima, infatti, che abbia fatto giustiziare 7 milioni di persone, considerati "nemici dello stato", e ne abbia mandati 12 milioni nei campi di concentramento, la maggior parte dei quali costruiti nelle isole della Siberia nord orientale o nelle steppe del Kazakistan. Le detenzioni politiche erano di diverso tipo, andavano dal trattamento medico forzato (in cui i prigionieri erano sottoposti ad una sorta di lavaggio del cervello), ai campi per le "mogli dei traditori della Patria", con aree speciali dove venivano ospitati i familiari dei dissidenti (in slang russo, zek). I più comuni erano i campi di lavoro forzato, chiamati Gulag, alcuni dei quali usati per l'estrazione dell'uranio. Alcuni studiosi ritengono, infatti, che gli scienziati sovietici avessero utilizzato diversi prigionieri anche nei test atomici. Ma, il lavoro dei zek fu utilizzato anche per costruire parti della famosa Metropolitana di Mosca e dei campus dell'Università statale.