Dall'indipendenza al regime di Ben Ali
Nonostante la presenza francese avesse contribuito alla modernizzazione del paese, sin dai primi anni in Tunisia serpeggiava un forte sentimento nazionalista. Nel 1920, infatti, fu fondato il partito Destour (il cui nome deriva dall’arabo Dustur, costituzione) dal quale, 16 anni dopo, la frangia più estremista guidata dal futuro presidente tunisino, Habib Bourguiba, avrebbe formato il partito Neo-Destour, di chiara ispirazione socialista.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, in particolare tra il 1942-1943, la Tunisia fu terra di numerosi scontri tra forze Anglo-Americane e Nazi-Fasciste per il controllo del Mediterraneo e dei rispettivi possedimenti africani. Con la fine della guerra, l'Europa era in ginocchio e la stessa Francia allentò la presa sulle sue colonie, garantendo alla Tunisia una notevole autonomia.
Ma, da un lato la dura opposizione della popolazione francese presente in Tunisia, dall'altro, l'arresto di Bourguiba nel 1952 contribuirono a far precipitare il paese nel baratro della violenza. Nel 1956, la Francia, impegnata nella sanguinosa guerra contro i separatisti algerini, concesse a Tunisi la piena indipendenza. Un anno dopo, l’Assemblea Costituente tunisina depose il bey Sidi Lamine, trasformando il paese in una repubblica guidata da Bourguiba.
Subito dopo l’indipendenza, Bourguiba intraprese una politica estera filo occidentale, stabilendo proficue relazioni diplomatiche con Parigi. Dopo che anche l'Algeria ebbe guadagnato la sovranità nazionale, i rapporti tra le due ex colonie francesi precipitarono per la disputa sui relativi confini, definiti solo nel 1970.
Mentre sul fronte arabo, la decisione di Bourguiba di appoggiare una soluzione negoziata del conflitto Israelo-Palestinese portò all’isolamento del governo di Tunisi. Nei primi anni, la politica interna di Bourguiba fu impegnata soprattutto nella riforma agraria, che a partire dal 1962 fece da propulsore alla modernizzazione del paese, creando occupazione e favorendo la formazione di cooperative.
Da un punto di vista sociale, Bourguiba introdusse leggi che garantivano alle donne diritti sconosciuti in altri paesi musulmani, abolendo la poligamia e introducendo l’obbligo scolastico. Ispirato da ideali laici e socialisti, Bourguiba introdusse una politica fortemente anti-islamica e contrapposta ai movimenti fondamentalisti. Ma gli anni ’70 videro crescere il conflitto all’interno al partito Destour tra liberali e conservatori, nonché il numero di manifestazioni contro il governo.
Nel 1981 Bourguiba autorizzò la formazione di partiti d’opposizione, indicando la possibilità di un cambiamento democratico. Lo stesso anno furono organizzate le prime elezioni legislative pluraliste. Nel 1986 venivano legalizzati sei partiti d’opposizione. Ma nel 1987 Bourguiba, ormai anziano, fu spodestato dal generale Zine El Abidine Ben Ali, presidente della Tunisia fino a gennaio 2011.
Fino alla caduta di Ben Ali, la vita politica è stata dominata per circa 25 anni dal partito dell'ex presidente, il Partito Democratico Costituzionale (PDC), erede del Destour. Del resto, anche governatori e amministratori locali devono essere nominati dal governo centrale. Nonostante Ben Ali abbia liberato molti dissidenti politici e concesso una discreta libertà di stampa, molte associazioni umanitarie continuano ad accusare il presidente tunisino di reprimere duramente ogni forma di opposizione.
In particolare, Ben Ali continuando la politica anti-islamica del suo predecessore, nel 1994 bandì da ogni attività politica il partito islamico Al Nahda. Dopo gli attentati suicidi di Djerba nel 2002, nei quali persero la vita 19 persone, furono imprigionati in centinaia con l’accusa di appartenere ai gruppi terroristici. Mentre, tra la fine del 2006 e l’inizio del 2007 a Tunisi, le forze dell’ordine uccisero dozzine di presunti affiliati alle organizzazioni terroristiche.
[Nell'immagine: Ben Ali, in carica dal 1987 al 2011]
La politica di Ben Ali
Per anni la democrazia in Tunisia è stato un concetto molto astratto, schiacciata sotto il peso del suo ex presidente.
In carica per più di 20 anni, Ben Ali ha modificato due volte la costituzione al fine di prolungare il proprio mandato, prima da 2 a 3 termini, poi da 3 a 5.
Nel 2004 venne rieletto presidente con un "improbabile" 95% dei consensi, attirandosi le critiche sia del maggior partito d’opposizione, il Partito Democratico Progressista (PDP), che degli osservatori internazionali. 5 anni dopo, invece, i consensi per l'ex presidente tunisino si "fermarono" solo all'89%.
Secondo gli osservatori inviati dall'Unione Africana, le elezioni si svolsero regolarmente, ma un portavoce americano dichiarò che, di fatto, a nessuno era stata data la possibilità di monitorare le elezioni.
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