Il panarabismo è un movimento politico, nato sul finire del XIX secolo, in seguito al crollo dell’impero Ottomano, come risposta al colonialismo europeo. Il movimento era di ispirazione nazionalista e secolare (in alcuni casi socialista, come nella Libia di Gheddafi), che rivendicava l’indipendenza dei paesi arabi, dal Medio Oriente al Nord Africa, dalla presenza straniera. Il panarabismo fu il motore propulsore che portò alla nascita della Lega Araba, nel 22 marzo 1945, per merito del leader egiziano Abdel Nasser. La lega Araba è un'organizzazione internazionale politica, paragonabile all’Unione Europea, che, nonostante gli sforzi, non è ancora riuscita a conseguire una significativa integrazione. Tra i vari tentativi di creare degli stati pan-arabi, nel 1958, Egitto e Siria si fusero nella Repubblica Araba Unita, ma durò solo tre anni. Lo stesso provò a fare Gheddafi due volte negli anni ’70. Ma tutti i tentativi fallirono dopo poco. Negli anni successivi alla nascita dello stato di Israele, le nazioni arabe supportarono i vari movimenti palestinesi, sia economicamente che militarmente. La guerra dei sei giorni, però, segnò il declino del panarabismo. La schiacciante vittoria israeliana, infatti, mostrò tutti i limiti, militari e politici, delle nazioni arabe medio orientali. Il declino del panarabismo portò ad una nuova ideologia, con una forte connotazione religiosa. Si passò, infatti, dal panarabismo al panislamismo.