La Palestina è un territorio mediorientale, conteso da quasi un secolo dalle popolazioni arabe che risiedevano nell'area prima della nascita dello stato di Israele e dagli stessi israeliani che considerano la Palestina la loro terra.

Un tempo la Palestina era parte dell'Impero Ottomano, ma dopo la prima Guerra Mondiale (con il disfacimento totale dell'impero), fu sottoposta sotto il controllo britannico.

La presenza europea in Palestina, grazie soprattutto all'appoggio britannico garantito dalla Dichiarazione di Balfour, favorì l'immigrazione di ebrei nella regione.

Il divario, economico e sociale, tra coloni provenienti dall'Europa (buona parte appartenenti alla borghesia di Germania, Russia e Polonia) e palestinesi creò uno squilibrio enorme all'interno del paese, tanto da portare ad una prima ribellione araba nei confronti degli ebrei.

Nonostante i tentativi di sedare le ribellioni delle popolazioni locali, tra il 1936 e il 1939, vi furono una serie di sommosse conosciute come la Grande Rivolta Araba. Nell'aprile del 1939, il Mufti (autorità giuridica autorizzato ad emettere la fatwa) di Gerusalemme, Hajji Amin al-Husayni, fondò il Supremo Comitato Arabo, di cui fu presidente.

Nel 1937, la Commissione britannica Peel chiese alle parti di convenire in una ripartizione della Palestina in due stati, uno arabo e uno israeliano, con una netta separazione "etnica": i palestinesi erano dislocati nella parte meridionale, gli ebrei in quella settentrionale.

La possibilità di uno stato "esclusivamente" ebraico fu visto con gran favore da alcune personalità sioniste, come il futuro primo ministro israeliano David Ben-Gurion, e al tempo stesso rigettato dalle autorità arabe.

Il Comitato Arabo rifiutò il piano Peel, dando fiato ad una più violenta protesta, in cui perse la vita l'Alto Commissario britannico Andrews. La rivolta proseguì fino al marzo del '39, con un numero altissimo di caduti: gli arabi erano circa 5.000, 400 quelli ebraici e 200 quelli britannici.

La Gran Bretagna cercò di "tendere" la mano nei confronti delle popolazioni non ebree, pubblicando il cosiddetto Libro Bianco, con cui il governo di Londra autorizzava l'immigrazione ebraica per soli 5 anni e fino ad un tetto massimo 75.000 persone, ma anche questa iniziativa fu respinta dai leader arabi.