Nel 1984, dopo 15 anni alla guida del paese, Trudeau si dimise da primo ministro. Le elezioni del 1984 furono vinte dal Partito Conservatore, guidato da Brian Mulroney che divenne il nuovo premier canadese. La politica del nuovo esecutivo avvicinò ancora di più Ottawa a Washington, tanto che il Canada prese parte alla prima guerra del Golfo nel 1991.

Dopo solo un anno dall'insediamento, Mulroney dovette affrontare l'attacco al volo 182 della compagnia indiana, Air India, in cui morirono 280 canadesi e 22 indiani. L'aereo, esploso nei cieli irlandesi, collegava Montreal, Londra, Delhi e Bombay.

A seguito di lunghe e costosissime investigazioni, una speciale Commissione concluse nel 2005 che non è possibile risalire agli attentatori, i sospettati furono gli appartenenti ai gruppi separatisti Sikh del Punjab, collegando l'attentato agli attacchi del governo indiano nel Tempio d'oro ordinato da Indira Gandhi.

Pochi anni dopo, una nuova tragedia, frutto della follia di un giovane ragazzo, scosse il paese. Nel dicembre del 1989, Marc Lépine irruppe nelle classe di ingegneria dell'École Polytechnique di Montreal, mettendo da una parte gli uomini e dall'altra le donne.

Al grido di "odio le femministe" Lépine uccise 14 donne (13 studentesse e una dipendente dell'università), ne ferì 13 e poi si tolse la vita. La risposta dei movimenti femministi e dei gruppi contro le violenze sulle donne fu durissima e incisiva, tanto da fare del 6 dicembre il National Day of Remembrance and Action on Violence Against Women ("la giornata nazionale del ricordo e dell'azione sulla violenza contro le donne").

Dopo le dimissioni di Mulroney, nelle elezioni del '93 vinse nuovamente il partito Liberale, il cui leader Jean Chrétien divenne primo ministro. Chrétien guidò il Canada per dieci anni. Nel 1995 fu indetto un nuovo referendum sull'indipendenza della regione francofona. Nonostante la forte campagna del Parti québécois, e nonostante il primo ministro non si fosse mai dichiarato contrario all'indipendenza, la richiesta fu ancora una volta bocciata (anche se con una maggioranza piuttosto risicata).

Nei rapporti di politica estera, Chrétien fu molto attento a non vincolarsi troppo alle decisioni di Washington, fino ad entrare in aperta polemica con l'amministrazione Bush. Nel 2002 Chrétien si disse contrario ad una ipotetica invasione dell'Iraq di Saddam Hussein, fortemente sostenuta dagli americani. Il governo di Ottawa, infatti, non inviò truppe a sostegno dell'invasione in quanto non riteneva che l'Iraq disponesse di armi di distruzione di massa, anche se nel 2001, il Canada aveva mandato le proprie truppe in supporto degli americani in Afghanistan.

Nel 2003, ancora una volta il Partito Liberale salì alla guida del Canada e il suo leader Paul Martin divenne primo ministro. Uno dei dibattiti che può infuocò la società canadese fu l'approvazione dei matrimoni omosessuali. L'opposizione dei Conservatori non riuscì ad impedire l'approvazione della legge.

Ennesimo duro colpo all'asse Ottawa-Washington fu il rifiuto canadese, nel 2005, di partecipare al Programma americano di difesa missilistica (American National Missile Defense Program), nonché la richiesta canadese di essere avvisati nel caso gli Stati Uniti avessero lanciato dei missili nel proprio spazio aereo. In politica estera, però, una delle vittorie più importanti di Martin fu la promozione del passaggio dal G8 (Great 8, cioè gli incontri delle 8 nazioni più industrializzate al mondo) al G20, con l'inclusione dei paese emergenti come la Cina e l'India.